L’Inferno dell’Estate
Nel girone dei vacanzisti smemorati
L’estate non è più una stagione: è una fuga. Una sospensione del pensiero, una zona franca dove il mondo può bruciare, ma il Wi-Fi deve prendere benissimo. Trentasei milioni di italiani hanno lasciato le città, ma soprattutto hanno lasciato la coscienza in stand-by. Il girone estivo è popolato da anime che non peccano, ma scrollano. Non riflettono, ma flexano. Non ignorano, ma attivano l’Ignor-Mode.
Benvenuti nell’Inferno dell’Estate.
🌀 I peccati capitali del vacanzismo moderno
Qui non ci sono fiamme, ma sabbia. Non urla, ma stories. Le anime si muovono tra resort e festival, inseguendo la Pistalgia — quella nostalgia da pista che scatta anche se non si è mai ballato davvero. Ogni mojito è un atto di fede nella Mojitopatia, la patologia da cocktail che anestetizza ogni pensiero critico.
La Flexitudine è la nuova superbia: ostentare il relax come status, come merito, come diritto divino. E mentre il mondo affronta guerre, crisi climatiche e disuguaglianze, il feed si riempie di tramonti e caption tipo “Finalmente io”.
📱 La scrollopatia come condanna
Nel girone estivo, il tempo non è scandito dalle ore, ma dai refresh. La Scrollopatia è la malattia dell’anima che cerca senso nel feed, ma trova solo sabbia mentale. Ogni notizia ignorata è un peccato di omissione, ogni “ci pensiamo a settembre” è una condanna al limbo della responsabilità.
🧠 Il pensiero in modalità aereo
La vera dannazione non è il caldo, ma la disconnessione emotiva. L’estate diventa un gigantesco esperimento di Pausologia: la scienza della pausa che non rigenera, ma sospende. E così, mentre il mondo brucia, si brucia anche la voglia di capire.
⚖️ Conclusione: il girone non finisce a Ferragosto
L’Inferno dell’Estate non si dissolve con il primo temporale. Resta nei comportamenti, nei post, nei silenzi. E quando l’autunno arriva, molti si travestono da Umanosi, riscoprendo l’empatia stagionale come fosse un cappotto da mezza stagione.
“La coscienza tornerà dalle ferie?”




