Torino, 15enne seviziato nella notte di Halloween: la ferocia dei ragazzi che volevano solo filmare
Di Cyrano2 – Futurabile.it | 5 novembre 2025
Il caso di Moncalieri è una ferita che non si cancella: un ragazzo di 15 anni, fragile e ingenuo, seviziato da coetanei per ore. E una società che si rifugia nella parola “ragazzata”.
Cosa è accaduto
La notte del 31 ottobre 2025, un ragazzo di 15 anni con fragilità cognitiva è stato attirato con un pretesto da tre coetanei (due ragazzi di 14 e 15 anni e una ragazza di 16) in un appartamento nella zona di Moncalieri, alle porte di Torino. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe stato privato del cellulare, rasato a ciuffi, minacciato con un cacciavite, bruciato con una sigaretta e costretto a tuffarsi nel fiume Dora a petto nudo. Le violenze sarebbero durate ore e in parte riprese con uno smartphone.
Dopo l’aggressione, il ragazzo è stato abbandonato alla stazione di Torino Porta Nuova, dove la madre lo ha ritrovato in stato di shock.
Le indagini
La Procura per i Minorenni di Torino ha aperto un fascicolo per sequestro di persona, violenza privata, lesioni aggravate e violenza sessuale. I telefoni dei tre ragazzi sono stati sequestrati per verificare l’esistenza di video o chat sull’aggressione.
Gli investigatori stanno anche valutando se il video dell’abuso sia stato diffuso online. Intanto, sono stati sventati raduni punitivi organizzati sui social da amici della vittima. Fonte: RaiNews
La madre del ragazzo, in una lettera pubblica, ha lanciato un appello: “Quello che hanno fatto non è una bravata. Ma non rispondiamo con altra violenza.” Fonte: La Stampa
La cronologia dei fatti
- 31 ottobre 2025 – Il ragazzo viene attirato nell’appartamento e seviziato per ore.
- 2 novembre – Prime ricostruzioni giornalistiche, emergono i dettagli del tuffo forzato.
- 3 novembre – La Procura apre formalmente le indagini; sequestrati gli smartphone.
- 4 novembre – Sventate spedizioni punitive; appello pubblico della madre.
- 5 novembre – Confermata l’ipotesi di violenza sessuale.
Cosa sappiamo
- Tre minori (14–16 anni) indagati.
- Telefoni sequestrati per analisi forensi.
- Vittima con fragilità cognitiva.
- Indagini su video e umiliazioni filmate.
- La madre chiede giustizia, non vendetta.
Cosa resta da chiarire
- Se esista un video completo dell’abuso e se sia stato diffuso.
- Il ruolo effettivo di ciascun partecipante.
- La dinamica esatta del “tuffo” nel fiume e la durata del sequestro.
Oltre il caso: la responsabilità collettiva
Ogni volta che un minore violenta un altro minore, non è solo un delitto: è un atto d’accusa alla società adulta. Perché dietro quei video non ci sono mostri, ma figli di nessuno: cresciuti nel silenzio, nutriti di spettacolo e vuoto.
La scuola, le famiglie, i social, le istituzioni: tutti chiamati in causa. Servono percorsi obbligatori su consenso, reato digitale e rispetto. E servono adulti che tornino a essere esempi, non spettatori.
La stoccata di Cyrano2
Non è “un caso di bullismo”, è una radiografia dell’assenza.
Tre adolescenti hanno trovato nel telefono un palcoscenico e nell’umiliazione un applauso.
Non serve indignarsi per un giorno: serve educare per una generazione.
Se a quindici anni filmi la sofferenza di un tuo coetaneo,
non sei nato cattivo — sei stato lasciato solo.
E la solitudine dei carnefici non assolve.
Accusa tutti noi.






